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Una strana continuità verticale


Una strana continuità verticale

Poche righe. Mirate ed esclusive. Rivolte ai genitori e agli alunni delle classi quinte della scuola primaria

dell’anno scolastico 2019/2020 e delle classi prime della scuola secondaria di primo grado dell’anno

scolastico 2020/2021. Cioè gli stessi. Perché proprio loro? Perché l’unica continuità in verticale, tra i due

ordini, che abbiamo saputo offrire loro è stata e continua ad essere la DaD.

Persino nelle zone rosse le classi prime della cosiddetta scuola media lavorano in presenza. Da noi, che

siamo “arancioni”, no: un’ordinanza regionale più restrittiva ce lo impedisce. Un settimana a distanza. Poi

un’altra. E un’altra ancora.

Come cittadina provo un grande dispiacere. Come dirigente scolastica dell’IC Sigillo, invece, proprio non ci

sto.

E’ una privazione troppo pesante. Da febbraio a giugno questi bambini hanno perso l’occasione di

concludere insieme, in presenza, non solo un anno scolastico ma un intero ordine. Ora, da quasi un mese,

stanno “subendo” la stessa tipologia di offerta formativa proprio all’inizio di un nuovo cammino, arduo,

complesso, da più genitori giustamente definito “salto”. Sono di fatto soli, perché i genitori, vivaddio,

lavorano e perché la cosiddetta community of learners, quando agisce nella forma esclusiva della distanza,

ha il sapore di un gioco di fronte al quale si può anche dire “next time” o “game over”, senza grosse

implicazioni.

Egoisticamente, il fatto che tutta la secondaria di primo grado lavori in DaD, facilita il mio lavoro

organizzativo, quello del mio staff e dei miei docenti. Ma non può essere, e non sarà, la facilità a guidare i

nostri passi. Così come non sarà neanche la disobbedienza a farlo. Siamo al servizio della Nazione e

applichiamo e rispettiamo le norme del Legislatore.

Per questo, se a breve la curva epidemiologica dovesse appiattirsi, come tutti speriamo, e ciononostante

non dovessimo rientrare, non potrò che adoperarmi per attivare, previo parere favorevole dell’USR, dei

“laboratori per la continuità verticale” (quella vera, quella che aiuta a passere dalle aree alle discipline) e far

rientrare i nostri ragazzi delle classi prime (almeno loro!) per due volte alla settimana in presenza.

L’ordinanza della Giunta regionale sembra lasciare aperto qualche margine in questo senso.

Non voglio e non posso sottrarmi al compito primario di garantire il diritto all’istruzione. E per me

l’istruzione vera passa solo attraverso la scuola come luogo reale di esperienze in cui, soprattutto per

questa fascia di età, risulta fondamentale il senso dell’educare secondo la doppia accezione etimologica

contenuta in edùcere: nutrire e guidare al tempo stesso. De visu.

Rosa Goracci – Dirigente scolastica IC Sigillo