La storia del nostro territorio
Vicende complesse e divergenti
Fossato di Vico
Fossato di Vico è un antico borgo situato su una collina lungo la strada Flaminia, ai piedi dell'omonimo valico, uno dei più importanti nella storia del passato. Nato come insediamento umbro, è diventato un importante punto di transito durante il periodo romano con il nome di "Hellvillum". Nel corso dei secoli, Fossato, benché conteso da comuni più grandi per la sua posizione strategica, è riuscito a resistere e preservare la sua identità e le sue istituzioni, incarnate negli Statuti, oggi ricordati in una rievocazione storica. Nucleo più importante del centro storico è il castello medievale, chiamato "il Roccaccio", che testimonia la sua storia. Il paese conserva in gran parte, oltre che il suo aspetto antico, anche le sue antiche mura, le stradine pittoresche e i panorami suggestivi sulle montagne circostanti. Fossato è anche noto per i suoi affreschi quattrocenteschi nella Piaggiola, realizzati da Ottaviano Nelli, maestri di Gubbio. Oggi, Fossato di Vico rimane un luogo di grande fascino storico, dove è possibile immergersi nel passato e scoprire la sua autenticità.
Sigillo
Fondata dagli umbri, fu municipio romano con il nome di "Suillum", epoca ricordata dal grande ponte del I sec. a.C. che sorge lungo l'antico percorso della via consolare romana; distrutta durante la sanguinosa guerra greco-gotica, fu ricostruita dai longobardi e successivamente assorbita dal ducato di Spoleto. Alla fine del X secolo Ottone III la diede in feudo al conte Lupo di Nocera, meglio noto come Vico di Monaldo, che la tenne fino al 1237, quando Federico II di Svevia la rase al suolo. Ricostruita da Perugia, subì ripetute devastazioni fin quando entrò a far parte dello Stato Pontificio. Fra le testimonianze monumentali della sua millenaria storia, oltre al già citato ponte romano e ad un altro ponte romano ancora visibile in località Scirca, dove si erge anche la chiesa romanica di Santa Maria Assunta, splendidamente affrescata da Matteo da Gualdo, ci sono la chiesa di Sant'Agostino, che conserva un'Annunciazione di Ippolito Borghese, e la piccola chiesa di Sant'Anna, con facciata rinascimentale.
Costacciaro
Secondo la tradizione, il paese di Costacciaro venne fondato dagli abitanti di Scheggia tra il V e l'VIII secolo, dopo la distruzione della loro città da parte di popolazioni germaniche. Tuttavia, le prime testimonianze documentali ufficiali risalgono all'anno 1000, quando la chiesa di San Savino diede il nome al paese. Nel 1262, Costacciaro vide la nascita del beato Tomasso Grasselli, un eremita camaldolese che divenne il patrono e protettore del paese, e di cui sono ancora presenti alcuni resti murari della sua antica dimora. Villa Col de' Canali è una frazione del comune di Costacciaro situata a un'altitudine di 555 metri sul livello del mare. La sua esistenza è attestata da documenti a partire dal XIV secolo, anche se è probabile che un'antica fortificazione degli antichi umbri fosse già presente in quella zona. Successivamente, i Romani costruirono una villa nella pianura circostante. La festa del santo patrono del paese, Sant'Apollinare, viene celebrata l'ultima domenica di luglio. Ràncana è un'altra frazione del comune di Costacciaro, situata a un'altitudine di 625 metri sul livello del mare. Il paese si sviluppa attorno al Palazzo Lupini, un'antica residenza di caccia dei duchi di Montefeltro. Rimangono pochi resti di questa struttura, come una parte della torre di guardia, alcuni portali e dei fondaci. Verso il XV secolo, si parla di una Villa Ranchane. Già nel 1252, Giovanni Luca Lupini, probabilmente un abitante di Ràncana, risultava essere il signore del castello di Costacciaro. Il nome del paese deriva da "ranco", che indica un terreno disboscato e dissodato per scopi agricoli.
Scheggia e Pascelupo
Dal X al IV secolo a.C., l'area di Scheggia e Pascelupo era abitata dagli Umbri, con Gubbio come loro capitale religiosa. Durante la romanizzazione, Scheggia divenne importante militarmente per la sua posizione strategica sulle vie di comunicazione, come la via Flaminia. L'antico nome di Scheggia era "Ad Ensem", che potrebbe derivare dalla parola latina per "spada" o avere significati legati alla guerra. Durante la Guerra Gotica, Ad Ensem venne distrutta, ma fu ricostruita come Schiza dai Bizantini. Nel 927, Schizza fu posta sotto la giurisdizione di Gubbio e poi passò al ducato di Urbino e allo Stato Pontificio. Nel 1860, con l'Unità d'Italia, Scheggia entrò a far parte del Regno d'Italia. Pascelupo, situata a undici chilometri da Scheggia, è un castello fortificato di origine medievale. Nel 1878, i due comun i furono uniti in un'unica municipalità, che è l'ultimo comune umbro lungo la via Flaminia in direzione di Fano e sulla via Arceviese in direzione di Senigallia.